Allarme sottocultura: intelligenza e media

Si sono concluse domenica 15 maggio le tre giornate dedicate al corso di formazione sui media promosse dall’AIART, dalla conferenza episcopale italiana e dall’ufficio diocesano comunicazioni sociali di Salerno tenutesi presso il grand hotel Salerno posizionato sull’incantevole lungomare dell’omonima città campana.

Il tema del corso di formazione verteva su: Educare uomini liberi, dalla consapevolezza dei rischi una nuova passione educativa.

Ad introdurre il tema scottante dell’emergenza educativa riguardante i processi di comunicazione mediatica sono stati, venerdì 13 maggio,  il dott. Francesco Bellaroto (comitato presidenza nazionale dell’AIART), Giovanni Baggio vice presidente AIART e direttore del corso e don Nello Senatore direttore dell’ufficio diocesano delle comunicazioni sociali. L’ obiettivo del corso si è subito presentato nelle vesti della sensibilizzazione  in merito alla notevole diffusione dell’orizzonte mediatico che sembra prendere il sopravvento su quelle facoltà umane quali razionalità e criticità. E’ stato proprio l’arcivescovo metropolita di Salerno-Campagna- Acerno  Mons. Luigi Moretti , nel suo intervento di sabato 14 maggio, ad incardinare il problema nella sua complessità:  “Occorre recuperare il senso di responsabilità  radicando queste stesse responsabilità nei soggetti protagonisti  del processo educativo.”  In effetti la  tendenza che sembra prendere il predominio affermandosi sempre di più all’interno di una società che appare a sua volta in continuo svuotamento di contenuti e significato ci conduce alla domanda più pertinente: Qual è il ruolo da assumere rispetto a tale fenomeno? O meglio ancora cosa può fare l’uomo per riscattare la sua natura di vivente intelligente? “Si tratta di rilegare questa responsabilità educativa e ricondurla alla famiglia come principale agenzia educativa.  Si necessita in realtà di una vera e propria alleanza educativa, bisogna lavorare insieme per formare sinergie, per mettere insieme tutte queste forze che poi devono sorreggere la famiglia in quanto tale.” continua mons. Moretti indicando che ciò che serve in effetti è “rompere l’isolamento che caratterizza la famiglia ricreando reti solidali finalizzate al discorso educativo”. Per dirla con le parole  di Giovanni Paolo II: “Famiglia! Diventa ciò che sei!” . In effetti, sembra essere, in potenza,  l’unica cellula dalla quale deve partire il cambiamento. Un cambiamento che riguarda l’attuale condizione rovesciata della società all’interno della quale vi è una sotto-cultura  tale da divenire una vera e propria contro-cultura rispetto a quella dominante che dovrebbe invece essere fondata sull’umanità, sulla moralità, sulla comunità consapevole e critica nei confronti di un’ innovazione che si sviluppa con la velocità di un impulso nervoso. I lavori mattutini  si sono conclusi con l’intervento del professor Pino Acocella, che ha portato il solito contributo di sapienza ai lavori.  Nel pomeriggio  ha relazionato la dottoressa Elisa Manna responsabile politiche culturali del Censis e Vicepresidente Comitato Media e Minori. Domenica 15 maggio dopo la celebrazione Eucaristica ci sono stati gli interventi di Giovanni Baggio e di Claudio Gubitosi che ha illustrato ai presenti le finalità ed i nuovi percorsi che avrà il Giffoni Film Festival.

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