For You – A scuola di gentilezza

Il tempo della competizione elettorale sti sta avvicinando: cosa contraddistinguerà questi giorni? Il timore è sepre lo stesso: urla, violenza, scontri verbali (e non!) che certamente non terranno conto della dignità umana. Il consiglio? Andare a scuola da Rilke… Per scoprire perché, ti chiediamo di leggere di seguito.

Buona lettura e buone riflessioni… e non dimenticate di farci sapere la vostra opinione!

da La città di Salerno del 24 ottobre 2010

Ho un grosso timore, man mano che passano i giorni cresce sempre più. Avvinandosi il tempo delle competizioni elettorale, potrebbe aumentare anche il tono scontroso, rissoso con facili cadute di stile fino a giungere alla inciviltà. Una preoccupazione non fantasiosa perché ha radice nella osservazione della realtà attuale. Spesso la cafonaggine, la villania sono atteggiamenti presenti in modo vistoso, e anche quando i contenuti come la solidarietà, la condivisione sono ottimi, ci si ritrova di fronte a una modalità che spesso infastidisce. Sembra che la gentilezza, l’affabilità, la discrezione, la morigeratezza sono realtà di altri tempi. È invalsa una moda ben radicata, che recita così: “quanto più si alza la voce, tanto più si è ascoltati; quanto più si usano parolacce e bestemmie, tanto più si diventa simpatici”. Vorrei riportare per andare a scompaginare questi biechi criteri un episodio di un poeta di origine boema, morto all’inizio del secolo scorso, di grande delicatezza spirituale, Rainer Maria Rilke.

Il poeta Rilke s’imbattè in una donna che mendicava. L’amico che lo accompagnava le dà uno spicciolo. Rilke tira dritto, ma giunto presso un fioraio compra una rosa e di ritorno solleva la donna e gliela regala.

Straordinario. Un episodio che esprime la bellezza di un cuore delicato e rispettoso. La dignità di ogni uomo va salvaguardata nei modi e nei contenuti. Tutti a scuola dal poeta Rilke.

Nello Senatore
nellosenatore@starnet.it

Nel prossimo appuntamento:

Gli ultimi fatti di cronaca fanno riflettere molto: scandali, litigi e, non ultimi, venti di secessione che spazzano il nostro paese. L’attenzione di don Nello cade sulla seconda strofa del “Canto degli italiani”, il nostro inno nazionale.  Emblematico e chiarificatore, dà il senso di un popolo, dell’unità agognata già a quei tempi. Sembra che alcuni abbiano dimenticato (o mai conosciuto) questa seconda strofa. Repetita iuvant!

Ricordiamo ai nostri lettori l’appuntamento con le riflessioni di don Nello Senatore ogni DOMENICA MATTINA, sul quotidiano salernitano LA CITTÀ DI SALERNO, e ogni GIOVEDÍ, alle ore 13.00, nella trasmissione televisiva TELECOLORE ore 12.00, condotta da Peppe Leone, sull’emittente TELECOLORE SALERNO, che trasmette sul digitale terrestre, sulla piattaforma SKY (canale 849) e in streaming web live.

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