Giorno della "memoria", solo 64 anni fa…

La giornata della memoria è: "commemorazione delle vittime dell’Olocausto e in onore di coloro che a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati" (art.1 L. 211 del 20.07.2000) Si effettua ogni anno il 27 gennaio, data della "liberazione" da parte dell’esercito Russo avvenuta nel 1945.  Numerose le manifestazioni e le citazioni in tutta Italia, noi vogliamo fermarci su due nomi Auschwitz  e Giovanni Palatucci. 
Il primo ci riporta alla globalità dell’evento e alla drammacità nel suo contesto mondiale, il secondo  vuole raccontare uno spicchio di eroismo, che, rifugge i titoli di prima pagina dei "libri" di guerra, per entrare nel cuore di ognuno e scrivere nei nostri pensieri la speranza di un futuro diverso.
L’accostamento tra Palatucci e la "Shoah" diventa per tutti coloro che amano la "Vita" un appuntamento carico di significato, in ricordo di un nostro "Eroe", che per l’ideale cristiano della salvaguardia dell’uomo ha immolato se stesso per la salvezza di tanti.

"Un eroe italiano che ha illuminato un pezzo della storia del nostro Paese.  E’ stato un funzionario dello Stato che ha scelto di stare dalla parte della legge dell’uomo. Palatucci rappresenta un modello per quello che deve essere un servitore dello Stato".  (tratto da www.polizia di stato.it).
 
Di Auschwitz nei libri di storia in prima pagina ci sono i  visi scheletrici delle foto in bianco e nero, i bambini troppo piccoli in panni  fatti di sacco troppo grandi.  Il fumo dei treni a vapore, con il loro carico umano in carri bestiame, l’odore della paura che si confonde con il latrato dei cani, sono immagini troppo grandi per scuotere (a volte) cuori troppo piccoli.
Nel dizionario italiano la parola memoria indica la facoltà dell’animo di conservare e rievocare esperienze e conoscenze passate. Le cifre, i numeri sono molte volte dimenticate, sfumate, c’è quasi una forma di resistenza passiva che blocca il calcolo, ma la  globalità drammatica dell’evento non è sicuramente data solo dai numeri, ma  anche dalla crudeltà disumana dei gesti, dalla violenza senza pentimento, dalla semplicità nel perdere tutta la dignità di persona per divenire un  semplice numero in un registro di morte.  Tutto questo è stato scritto nella pagina più buia della storia dell’uomo.  Una storia di pochi anni fa, che purtroppo ha insegnato poco, visto i bagliori di guerra che da più parti sconvolgono il cielo di tante nazioni.   Non ci resta in questo giorno che fermarci per un attimo e regalare alle tante braccia alzate nel fumo dei camini della morte, una preghiera, un sorriso, una lacrima, un ricordo, che sia il nostro giorno della memoria, per smettere di dimenticare.
Nella foto in apertura l’ingresso del campo di sterminio di Auschwitz; nella foto a destra Giovanni Palatucci; in quella a sinistra l’interno di una baracca in un campo di concentramento.

 

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