Il Papa: Gesù trasforma l'estrema ingiustizia in atto supremo di amore

“Gesù prese le distanze da una concezione rituale della religione: Egli ha veramente sofferto e lo ha fatto per noi”

Così il Papa giovedì sera (3 giugno) celebrando la solennità del Corpo e Sangue di Cristo nella Basilica Lateranense.
Sacerdozio ed Eucarestia, un legame stretto nel Nuovo Testamento. Lo ha ricordato Benedetto XVI spiegando che “la forza divina del sacerdozio di Cristo trasforma l’estrema violenza e l’estrema ingiustizia in atto supremo di amore e di giustizia”:
Questa è l’opera del sacerdozio di Cristo, che la Chiesa ha ereditato e prolunga nella storia, nella duplice forma del sacerdozio comune dei battezzati e di quello ordinato dei ministri, per trasformare il mondo con l’amore di Dio”.
Gesù non era un sacerdote secondo la tradizione giudaica: la sua persona e la sua attività – ha detto il Papa – non si collocano sulla scia dei sacerdoti antichi, ma piuttosto in quella dei profeti. Gesù prese le distanze da una concezione rituale della religione, criticando l’impostazione che dava valore ai precetti umani legati alla purità rituale piuttosto che all’osservanza dei comandamenti di Dio, cioè all’amore per Dio e per il prossimo, che – come dice il Signore – “vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici”:
“Non ha nulla dei sacrifici antichi la morte di Cristo: una condanna a morte, per crocifissione, la più infamante, avvenuta fuori dalle mura di Gerusalemme”. Il sacrificio di Cristo è offerta, preghiera, unione della sua volontà con quella del Padre. Vissuta in questa preghiera, la tragica prova che Gesù affronta viene trasformata in offerta, sacrificio vivente. Un sacrificio che comporta la sofferenza: Cristo – ha detto Benedetto XVI – ha assunto la nostra umanità e per noi si è lasciato “educare nel crogiuolo della sofferenza, si è lasciato trasformare da essa come il chicco di grano che per portare frutto deve morire nella terra”.

E’ grazie a questa trasformazione che Gesù Cristo è diventato “sommo sacerdote” e può salvare tutti coloro che si affidano a Lui. La passione è stata per Gesù come una consacrazione sacerdotale: Egli è divenuto sacerdote non secondo la Legge, ma in maniera esistenziale nella sua Pasqua di passione, morte e resurrezione. Nell’Eucaristia, su cui la Chiesa medita, – ha concluso il Papa – Gesù ha anticipato il suo Sacrificio, non rituale, ma personale.

Da Radio Vaticana a cura di Paolo Ondarza.

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