La dolce sorpresa: il Patriarca di Venezia

 Affrontando il tema: "parlare dei problemi comuni con un giudizio cristiano", il patriarca di Venezia Angelo Scola, ha calamitato l’attenzione dei presenti con mirabile maestria.  Per lo scrivente, che non lo conosceva, è stata una dolce scoperta.  Di seguito alcuni passi del suo intervento.  "La Chiesa può essere un attore decisivo del cambiamento: a condizione di vivere la memoria nella sua verità eucaristica. Non cioè come ricordo e ripetitività, ma presenza che continua a trapiantare l’essenza dell’antico sul nuovo", e proseguendo:  "per offrire ai cristiani la possibilità di avere il pensiero di Cristo, o­gni comunità, deve essere àmbito in cui i mi­steri della vita di Cristo siano assimilati fino a scoprire le loro implicazioni nell’u­mana esistenza. Qui sta la radice profonda del progetto culturale[…] parlare dei problemi comuni con un giudizio cristiano implica il saper ve­dere il nesso tra i misteri della vita di Cristo e l’umana esperienza sempre storicamente si­tuata e perciò non dominabile. Questo lavoro chiama in causa la libertà. Il vostro lavoro,  risulta dal­l’insieme di questi tre pilastri: l’annuncio del mistero, l’assunzione delle sue implicazioni e il gioco della libertà. Ci vogliono tutti e tre».  Grazie per queste bellissime parole.

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