L'assassinio di Bhatti condannato da tutto il mondo

L’unico ministro cristiano del governo federale pachistano è stato crivellato da  proiettili sparatigli al volto ed al torace a Islamabad da un commando di talebani che ha inteso così punire la sua posizione favorevole a una riforma della legge sulla blasfemia. L’omicidio ha suscitato generali reazioni: dal Vaticano al ministro degli Esteri italiano Franco Frattini; da quello francese Alain Juppè al Segretario di Stato americano Hillary Clinton, passando per l’Unione europea e per l’Alto responsabile dell’Onu per i diritti umani, Navy Pillay.

Bhatti, paladino del dialogo e della non violenza

Era disposto a morire per la libertà di coscienza perché riteneva che fosse compito di un politico cattolico dare la vita per affermare la giustizia attraverso il dialogo e la non violenza. Oggi hanno ucciso l’uomo che con grande coraggio si batteva per salvare la vita di Asia Bibi e difendere le minoranze religiose in Pakistan, delle quali era il ministro, e per le quali chiedeva venisse applicata la tollerante costituzione pakistana. Shahbaz Bhatti, 42 anni, ammazzato stamane da un commando di talebani a Islamabad, ha dedicato la vita alla difesa dei diritti umani.

Prima come leader della società civile, poi come politico. E’ stato il primo pakistano di fede cattolica a diventare ministro federale nel 2008, nemmeno un mese fa ha accettato di restare al suo posto dopo un rimpasto, nonostante fosse nel mirino degli estremisti islamici per la sua richiesta di grazia ad Asia Bibi e per abrogare la famigerata legge contro la blasfemia.

Da “Avvenire” on line del 2 marzo 2011

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