Ottobre missionario

Nell’anno Paolino, una domanda sembra catturare il navigatore attento: verso quali luoghi, San Paolo, il primo grande missionario,  si dirigerebbe oggi per annunciare il Vangelo?   Domanda, che esige una risposta concreta, che rimbalza sui muri dell’indifferenza, per essere assorbita dal popolo di Dio, che riesce nonostante tutto ad essere l’unico baluardo a difesa di chi soffre e  voce orante,  per chi non conosce ancora.  L’itinerario del mese di ottobre, sarà seguito con attenzione anche nella nostra comunità e gli appuntamenti con le varie tematiche domenicali, faranno da corollario ad un programma già ricco.
La contemplazione:
“Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi” (Sal 26, 13).   La contemplazione e l’ascolto della Parola rendono le nostre azioni giuste e ci fanno capaci di umiltà e sincero pentimento, molte volte essa è sopraffatta dall’azione. 
La vocazione:
“Considerate, fratelli, la vostra vocazione” (1Cor 1, 26a). Adoperarsi perché aumentino gli operai nella “vigna del Signore”, è l’impegno missionario della nostra vocazione.
La responsabilità:
“Non è infatti per me un vanto predicare il vangelo; è un dovere” (1Cor 9, 16a).  La responsabilità missionaria di estendere l’invito a tutti, è propria di ogni credente.  L’invito impone  la morte dell’orgoglio, che solo con un cammino lungo e tortuoso riesce a sconfiggere.
La carità:
“Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” ( Gv 13, 35 ).  Anche la condivisione materiale che la Giornata Missionaria Mondiale propone è un significativo segno di questo amore. 
Il ringraziamento
“Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, perché sei stato la mia salvezza” (Sal 117, 21 ).  Solo i gesti di carità esprimono la nostra sincera gratitudine a Dio, atteggiamento essenziale per l’annuncio missionario del suo amore.
 
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