Rallegrati, piena di grazia, il Signore è con te (Vangelo del giorno)

IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

Liturgia del giorno

«AFFIDIAMO ALLA MADRE DI DIO, PROCLAMATA “BEATA” PERCHÉ “HA CREDUTO” (Lc 1,45), QUESTO TEMPO DI GRAZIA»
Benedetto XVI, Porta fidei,  n. 15.

La progressione della paura e della sfiducia
 
Prima lettura e vangelo sono sostanzialmente costruiti in maniera dialogica: nel brano della Genesi Dio interroga successivamente l’uomo, la donna, il serpente; nel brano evangelico invece avviene un dialogo tra l’angelo annunciante e la vergine Maria. Ma modalità ed esiti sono ben diversi. Adamo infatti rifiuta il dialogo, e così fa Eva. Ogni loro parola è uno scarico di responsabilità e una tendenziale chiusura del discorso. Come dire: «Non posso parlare, sono nudo, è colpa della donna, è colpa del serpente, rivolgiti a qualcun altro». In Adamo ed Eva vediamo l’intera umanità, di ogni luogo, di ogni tempo. Uomo e donna, femminilità e mascolinità appaiono in pari misura privi di fede, animati dalla paura, incapaci di rendersi conto e di assumere pienamente la loro responsabilità. Coloro che desideravano pervenire alla sapienza, prendere pienamente in mano le redini della loro esistenza, giocano un tragico scaricabarile, diventando coscienti di quanto poco hanno il controllo della loro vita. Coloro che desideravano essere come Dio, scoprono di non potersi più nemmeno fidare l’uno dell’altra, e nemmeno di stessi.
 
La parola della speranza
Il serpente non risponde: il maestro della diffidenza non può parlare con il Dio-amore. Nonostante la chiusura, Dio pone inimicizia tra l’uomo e il male: comincia un percorso nuovo, una lotta, che dovrà portare ad una piena liberazione. Nel cuore dell’umanità resterà un insopprimibile anelito alla pienezza perduta, e una fondamentale avversione a ciò che è male, anche se incapace di giungere a piena realizzazione.
 
Il dialogo della fede
Maria da parte sua entra in dialogo con il messaggero di Dio. Non è il dubbio che porta alla paura, ma un interrogarsi che porta a comprendere sempre meglio, ad entrare progressivamente nel progetto di Dio. La libertà di Maria si attiva: libera dal condizionamento del peccato, non si esercita nella diffidenza, nella possibilità di dire no, ma si esercita e si rafforza, come facoltà di dire un sì assolutamente pieno e consapevole. Permane in lei il limite della creaturalità, ma resta aperto alla relazione con l’infinito: cresce la sua conoscenza del progetto di Dio, e cresce la sua adesione, fino ad un definitivo e convinto: «Ecco la serva del Signore». Per la sua fede genera il Verbo.
 
Dalla pretesa alla sorpresa
Maria è dunque un modello? Un esempio? Una nuova possibilità che si apre? Certamente potremmo dire tutto questo: ma sarebbe prematuro trarre conseguenze moralistiche da un evento in cui siamo innanzitutto chiamati a stupirci di fronte al modo di agire di Dio. Maria è la “piena di grazia”: interamente rivestita dalla benevolenza divina, immacolata per la sua destinazione al legame privilegiato con il Cristo, salvata in vista di lui: la festa dell’Immacolata ci invita innanzitutto a recuperare la capacità di sorprenderci, di lasciarci affascinare da ciò che Dio compie. Si tratta di rinunciare alla pretesa di controllare e dominare, per ritrovare l’atteggiamento originario, fiducioso e limpido, del fanciullo, che accetta di crescere entrando in dialogo con Dio.
 
Dalla sterilità alla benedizione
Il dono della “benedizione spirituale” di cui si parla nella seconda lettura consiste appunto nella purificazione dall’illusione e dal capriccio, per entrare con fiducia nel progetto di Dio. La sterilità di un’esistenza vuota è riscattata dalla fecondità spirituale donata da Dio; essa non si esaurisce in risultati visibili, ma in maniera misteriosa abbraccia le persone vicine a noi, il nostro ambiente, potenzialmente tutto il mondo…; ciò che è avvenuto a Maria avviene anche oggi per coloro che si fidano della parola divina.
L’Anno della Fede ci invita a riscoprire la gioia del credere: a questo mirano in particolare le catechesi per gli adulti, che recuperano i temi del Catechismo della Chiesa Cattolica, associandoli alla liturgia festiva. Per ogni domenica, infatti, vengono offerte indicazioni riguardo alla catechesi dei fanciulli, dei giovani, degli adulti, perché il mistero celebrato possa essere autenticamente compreso e approfondito. Un’attenzione particolare è data alla pastorale familiare, perché nella famiglia è possibile sperimentare, giorno per giorno, la gioia del credere. La Parola di Gesù mostra anche l’intimo legame tra fede e carità. Il sussidio dedica dunque una sezione importante alla pratica della carità e della missionarietà.
Le Chiese di Dio che sono in Italia sono chiamate, come Maria, come i Magi, come i pastori, a “mettersi in viaggio”, a farsi sempre più missionarie, trovando nella fede il coraggio di partire per obbedire alla chiamata del Padre, verso l’incontro con Cristo.
 

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