Università, la Camera approva la riforma…

Poco dopo le 20 la Camera ha approvato il Ddl Gelmini che riforma l’Università: 307 sì, 252 no e 7 astenuti.

Hanno votato a favore Pdl, Lega, Fli, Adc, Mpa e Noi sud-Pid.

Hanno votato contro il Pd, l’Idv, l’Udc, i Liberal Democratici.

L’Api si è astenuto.

Durante il giorno in molte città gli studenti sono scesi in piazza, al grido di «Fermatevi» e «lo chiederemo paralizzando il Paese con le nostre iniziative». Con questo grido di battaglia studenti, ricercatori e dottorandi hanno organizzato in tutte le città italiane cortei spontanei che hanno avuto il risultato di bloccare traffico e attività. «In queste settimane – si legge in una nota dell’Udu, l’Unione degli universitari – centinaia d’iniziative di contestazione contro la riforma dell’università si sono moltiplicate in giro per il Paese, occupazioni delle facoltà, dei tetti, blocchi del traffico, cortei, occupazione dei principali monumenti del nostro paese. Iniziative che avevano una sola richiesta: bloccare il ddl e salvare l’università pubblica dalla sua morte».

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, di rientro a Palazzo Grazioli, ha liquidato le manifestazioni dicendo che «gli studenti veri stanno a casa a studiare, quelli in giro a protestare sono dei centri sociali e sono fuori corso». E quanto al ddl in discussione alla Camera ha spiegato che «quella in Parlamento è una buona riforma che favorisce gli studenti, i professori e più in generale tutto il mondo accademico e dunque deve passare se vogliamo finalmente ammodernare l’università». Quanto alle critiche arrivate da più parti, il capo del governo ha rilevato che «è stata discussa con tutte le parti in causa, modificata, migliorata e credo che meglio di così non si potesse proprio fare». Inoltre, ha aggiunto, «introduce maggiore meritocrazia ed è davvero un vantaggio per tutti».

Critico sulle manifestazioni anche il presidente della Camera Gian Franco Fini: «Gli estremisti che hanno bloccato Roma e causato gravi incidenti non hanno reso un buon servizio alla stragrande maggioranza di studenti scesi in piazza con motivazioni non totalmente condivisibili ma certamente animate da una positiva volontà di partecipazione e di miglioramento delle condizioni della nostra Università». «Per questo – conclude – esprimo la mia solidarietà alle forze di polizia, ai cittadini romani e ai tantissimi giovani in buona fede, la cui protesta è stata strumentalizzata».

Di tutt’altro parere il leader del Pd Pier Luigi Bersani che spiega: «Mi pare che nella stragrande maggioranza studenti e ricercatori si sono mossi in modo pacifico. Ha impressionato la città militarizzata, mai vista Roma così, e se si è arrivati a questa tensione è per irresponsabilità del governo che ha perso la testa e la presa sui problemi del paese». Bersani attacca il governo sottolinendo che «non sarà in grado di portare a termine questa riforma nella sua applicazione». «Non riapriamo il tema di chi è fuori corso perchè creerebbe nella maggioranza più imbarazzi di quelli provocati da Wikileaks» ha aggiunto il segretario del Pd rispondendo ai giornalisti sulle affermazioni del premier Berlusconi sul fatto che i «bravi» studenti sono a casa a studiare e non in piazza.

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