Web Liturgia: "l’Alleluia " e "una preghiera “per una persona”"

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti  di Sabatino e Maria Rosaria.

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Sabatino chiede:
Carissimo don Antonio, L’OGMR al n. 63 c recita: l’Alleluia e il versetto prima del Vangelo, se non si cantano, si possono tralasciare. Le chiedo: in parrocchia siamo abituati sia nei giorni feriali e sia la domenica a cantare l’Alleluia ma non il versetto che viene recitato. In virtù della norma suddetta stiamo commettendo un errore? Bisognerebbe soltanto cantare l’Alleluia e proclamare direttamente il Vangelo dato che il versetto non è cantato? Grazie del suo prezioso aiuto.

Don Antonio Sorrentino risponde:

Il “canto al Vangelo” comprende sia l’Alleluia sia il versetto (che normalmente fa riferimento al Vangelo). L’Alleluia o viene cantato o è meglio ometterne una recitazione borbottata, frettolosa e disordinata. Perché non cantare l’Alleluia (o altra acclamazione in Quaresima)? Ci sono tante melodie (soprattutto gregoriane) brevi, semplici e belle. Il versetto segue la sorte dell’Alleluia (cfr. OGMR, n. 630). Se si canta l’Alleluia, venga cantato anche il versetto. Se si omette l’Alleluia, anche il versetto si omette. Almeno però venga cantato l’Alleluia e venga recitato bene il versetto, che anticipa il contenuto del Vangelo.


 

Maria Rosaria chiede:

Carissimo don Antonio, alcune volte sento frasi del genere: recitiamo un’Ave Maria, oppure un Padre nostro o un Gloria al Padre per una persona. Qual è il significato di queste espressioni?

Cosa vuol dire recitare una di queste tre preghiere per una persona?

Questa domanda nasce dalla consapevolezza che recitare un Ave Maria significa rivolgersi direttamente alla Madre di Dio. Affermare di recitare questa preghiera per una persona, significa applicare per quest’ultima l’Ave Maria. Che significato può avere?

Ho lo stesso dubbio per le altre due preghiere.

Grazie di vero cuore.

Don Antonio Sorrentino risponde:

Recitare una preghiera “per una persona” significa intercedere, chiedere aiuto, protezione, misericordia, conversione o anche ringraziare per quella persona, viva o defunta. La liturgia è maestra di preghiera, invitando a superare la chiusura individualistica e ad aprirsi alle necessità delle persone e del mondo. “L’intercessione scambievole – scrive Bonhoeffer – è il sangue della comunità”. 

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