Web Liturgia: annuncio Pasqua; bacio all'altare; come incensare un defunto; inferno o paradiso; il passio o la passio?; a che distanza è valida la consacrazione!!!;

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Giulia S. e Stefania.  Domani sarà il turno per le risposte ai quesiti di Elena e Simona F..

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Giulia S. scrive: Carissimo don Antonio, quando si recitano le Lodi o i Vespri il sacerdote oppure il diacono che presiede all’inizio venera l’altare col bacio come fa per la S. Messa? E bacia l’altare anche dopo la benedizione? Oppure il bacio dell’altare è un gesto riservato solo per la celebrazione eucaristica? Le chiedo anche: per quale motivo nella solennità dell’Epifania del Signore è previsto l’annunzio del giorno della Pasqua? Questo annunzio può essere proclamato il 5 gennaio nella Messa vespertina? Oppure è riservato per il 6 gennaio? Quando si celebra un funerale lei quale modo consiglia per incensare il corpo del defunto: il ministro resta fermo a capo della bara incensando il corpo con tre tiri doppi centro-sinistra-destra oppure girando intorno alla bara?
Infine in un’omelia ho sentito questa frase: è più facile andare in paradiso che all’inferno. E’ giusta questa affermazione?

Don Antonio Sorrentino risponde a Giulia

  1. Quando si va in presbiterio per una celebrazione, e quando – alla fine – se ne parte, si venera l’altare con l’inchino profondo. Se presiede un ministro ordinato (vescovo, prete o diacono) questi bacia anche l’altare. In caso di assenza del ministro ordinato, se la celebrazione delle Ore viene guidata da una suora o da un laico, essi non vanno neanche in presbiterio.
  2. L’annunzio delle feste mobili che, per antica tradizione, si fa nella solennità dell’Epifania (e perciò anche nella Messa vespertina della vigilia) sta a indicare l’intimo rapporto che lega il mistero dell’Incarnazione (che si celebra particolarmente nel ciclo natalizio), con il mistero della Pasqua e delle altre feste che la seguono, fino a collegarsi con l’inizio dell’Avvento seguente. Di festa in festa, di anno in anno, noi avanziamo verso la festa definitiva dell’incontro con il Signore.
  3. In occasione di una Messa esequiale, non è precisata la modalità dell’incensazione della salma: la si può benedire con l’acqua e incensare sia stando ai piedi della bara sia stando a lato sia girandole intorno.
  4. Certo, la via della perdizione è larga e facile da percorrere (cfr Lc 13,23), perché il male sembra più attraente. Però, con la grazia di Dio, è più facile camminare verso il Paradiso, altrimenti sarebbe vana la redenzione di Gesù, che è morto per tutti. È scritto chiaramente nella Bibbia: “Dio vuole che tutti siano salvi e giungano alla conoscenza della verità” (1 Tim 2,4) e Gesù, prima di andare a immolarsi in croce, pregò il Padre perché fossero salvi tutti gli uomini da Lui affidatigli.

Stefania chiede:

Caro don Antonio, quando la Domenica delle Palme e il Venerdì santo si proclama il Passio, colui che svolge la parte del narratore deve trovarsi alla destra dell’altare? Oppure può stare anche alla sinistra? E’ bene dire il Passio oppure la Passio? Oppure si può dire in entrambi i modi? Spesso ho visto, quando all’aperto è stata celebrata la S. Messa a cui hanno partecipato moltissimi fedeli, consacrare sull’altare una pisside con le ostie e un calice col vino mentre le altre pissidi con le ostie per l’assemblea formata da migliaia di fedeli sono state preparate su dei tavolini all’esterno di un palco allestito come presbiterio. Le chiedo: in questo modo la consacrazione delle ostie di queste pissidi è valida? Il dubbio nasce dal fatto che queste pissidi sono distanti dall’altare del palco dove avviene l’imposizione delle mani. Un’ultima domanda: i ministranti quando durante la S. Messa lavano le mani al celebrante alla presentazione dei doni è bene che facciano un inchino prima e dopo il cosiddetto lavabo? Questi due inchini andrebbero fatti anche dal tradizionale sacrestano che può trovarsi da solo ad aiutare il sacerdote durante la Messa?

Don Antonio Sorrentino risponde a Stefania:

  1. “Il Passio” o “la Passio”? generalmente si usa il singolare, perché si intende “il racconto” della passione.
  2. Certo, l’intenzione di consacrare le ostie anche se poste in pissidi lontane dall’altare, c’era. Però è preferibile metterle sull’altare, in modo che si possa anche visivamente percepire l’unità della consacrazione e dell’offerta del sacrificio. L’altare è destinato soprattutto ad accogliere il pane e il vino della celebrazione: anche un altare di modeste dimensioni può accogliere una ventina di pissidi!  
  3. Né il Messale Romano né il Caerimoniale Episcoporum prevedono inchini al sacerdote o al vescovo prima e dopo il lavabo.

 

 

 

 

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