Web liturgia: Avvento, il Santo Rosario e la messa di trigesimo

Sesto intervento  di don Antonio Sorrentino che oggi risponde alle domande di: Daniela, Nicola, Elvira ed Elena. Domani le risposte a Antonio, Flavio, Maria Rosaria. Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Daniela E. chiede: Caro don Antonio, è bene che la Parola di Dio che si ascolta la domenica possa essere meditata durante la settimana, in modo da illuminarla? Oppure dal lunedì è opportuno che si inizi a meditare la Parola che verrà proclamata la domenica seguente, per una forma di preparazione?

Alla luce di ciò, negli incontri di catechesi per adulti, per i ragazzi del catechismo che devono ricevere per la prima volta l’Eucaristia e per l’ACR è consigliabile meditare la Parola di Dio della domenica trascorsa oppure la Parola della domenica successiva?  Durante questi incontri di catechesi anche se non sono celebrazioni della Parola si può preparare una Bibbia aperta con fiori e una o più candele accese?  Durante la S. Messa della domenica, a cui partecipano adulti, i ragazzi del catechismo e dell’Azione Cattolica, è bene far sedere i ragazzi ai primi banchi e dopo di loro far sedere, nei banchi che sono rimasti vuoti, gli adulti, essendo la Messa dedicata particolarmente ai fanciulli? E’ opportuno che i fanciulli siano seduti insieme o è bene che siano mescolati con gli adulti? E’ preferibile che i fanciulli stiano accanto ai genitori, o alle mamme che in genere sono più presenti rispetto ai papà? Ed i catechisti o le catechiste dove è bene che stiano?  Infine questa celebrazione dedicata particolarmente ai ragazzi può essere celebrata il sabato come Messa vespertina?

Don Antonio risponde:

  • È cosa lodevole preparare in settimana la liturgia della domenica seguente, presentando e meditando le letture bibliche, dalla quali può anche emergere qualche suggerimento da dare allo stesso celebrante per l’omelia.  Se in tale incontro si fa un riferimento a quanto celebrato la domenica precedente, tanto meglio, anche perché l’anno liturgico ha un suo itinerario formativo per la vita cristiana e c’è un collegamento tra le varie domeniche.  Durante questi incontri è buona cosa tenere la Bibbia aperta e offrirle qualche segno di attenzione e di venerazione (un fiore, ujna candela accesa).
  • Dove far sedere i fanciulli alla Messa domenicale?  Sono scelte pastorali da fare d’accordo con il parroco, tenendo presente che nessuna soluzione può soddisfare tutte le esigenze o le attese.  Ponendoli insieme ai primi banchi (affiancati dai catechisti) potrebbero vedere e partecipare meglio.  Se stanno mescolati con gli adulti, si sentono forse più parte dell’assemblea, però sembra opportuno che siano vicino ai genitori, anche per prevenire qualche intemperanza e sollecitare una maggiore attenzione.
  • Il sabato sera è già domenica (liturgicamente) per cui si può celebrare la Messa particolarmente dedicata ai ragazzi. Purché non si riservata solo a loro; i fanciulli ei ragazzi devono essere gradualmente inseriti nella celebrazione festiva di tutta la comunità parrocchiale.

Nicola M. domanda: Caro don Antonio, in Avvento è tradizione usare la corona di Avvento.  In quale luogo della chiesa è bene collocarla?  Le candele della corona vengono accese soltanto la domenica o anche durante la settimana? Si possono accendere durante la S. Messa anziché dall’inizio? Se fosse possibile, in quale momento bisogna accenderle? E quest’ultimo gesto si può ripetere durante la settimana per coinvolgere l’assemblea? Li può accendere un laico, fanciullo compreso? Considerando il caso della seconda settimana, bisogna accendere entrambe le candele contemporaneamente oppure la prima è già accesa dall’inizio? Durante la Messa della domenica a cui partecipano i fanciulli del catechismo per la Prima Comunione eucaristica e tanti altri ragazzi oltre agli adulti naturalmente, che segni o altro si può pensare di preparare nelle quattro domeniche di Avvento per far vivere questo tempo liturgico in modo nuovo e diverso? Potrebbe suggerire qualcosa anche per i giorni feriali?  In una risposta lei ha scritto: … Parlare di “classe” in chiesa (o al catechismo) sembra non idoneo. Le chiedo: Anziché classe, quale termine è idoneo? Le pongo una domanda anche sul linguaggio da usare durante le celebrazioni. Se durante la S. Messa sono presenti soltanto donne, il celebrante può usare, ad esempio nella prima formula dell’atto penitenziale (pag. 295 del Messale Romano) oppure in altri momenti della celebrazione, soltanto il termine fratelli? Oppure è bene che dica solo sorelle? O fratelli e sorelle? Infine il lettore o i lettori che proclamano le intenzioni della preghiera dei fedeli, in che momento deve o devono recarsi all’ambone: alla fine della pausa di silenzio dopo l’omelia o verso la fine del Credo in modo da trovarsi all’ambone un attimo prima che il sacerdote legga la monizione iniziale della preghiera universale, oppure mentre il sacerdote legge questa monizione, o in che altro momento ancora?

Don Antonio risponde:

  • La corona di Avvento è un bel segno: non sia collocata sull’altare (dove non si possono collocare neanche le reliquie dei Santi né Gesù Bambino!), ma in luogo adatto e visibile.  Almeno la domencia vengano accese (all’inizio della celebrazione) le singole candele da un laico (anche da un Fanciullo).  Evidentemente la Messa-tipo è quella domenicale e perciò è più curata.
  • A richiamare la successione delle quattro domeniche di Avvento, si potrebbe esporre e gradatamente arricchire un cartello con le tappe della storia della salvezza oppure un poster con quattro finestre numerate, che si aprono di domenica in domenica, facendo apparire una candelina accesa.
  • Il presidente deve avere una duplice attenzione: al libro e all’assemblea.  Questa sensibilità fa modificare anche le parole: si vi sono in chiesa solo donne, sembra normale dire: “Pregate sorelle”.
  • Finito il credo, si muovono le persone incaricate di proporre le intenzioni della preghiera dei fedeli e insieme si recano presso l’ambone.  Il sacerdote aspetta che siano arrivate e poi introduce la preghiera.  Parimenti, insieme tornano a posto.  Il movimento, infatti, istintivamente attira l’attenzione dei presenti e distrae dalla preghiera.

Elvira chiede: Caro don Antonio,  vorrei capire qual è il modo giusto di proclamare il Vangelo durante il Rosario. Se lo legge un laico, deve dire: Dal Vangelo secondo … e poi concluderlo dicendo Parola del Signore? Oppure deve dire, come trovo scritto nel Benedizionale quando il Vangelo è proclamato da un laico, Ascoltate la parola del Signore dal Vangelo secondo …? In quest’ultimo caso il lettore cosa dice quando conclude la lettura? Inoltre quando si proclama il Vangelo tutti devono stare in piedi, oppure si può stare seduti o in ginocchio trattandosi della preghiera del Rosario? Il lettore può leggere il Vangelo al suo posto tra i banchi della chiesa (stando seduto o in piedi?) oppure deve andare all’ambone? Il modo di proclamare il Vangelo da parte di un laico durante il Rosario è lo stesso se si celebra una veglia di preghiera, una Liturgia della Parola, un incontro di preghiera, mentre si adora il santissimo Sacramento?  Invece se durante il Rosario il Vangelo è proclamato dal sacerdote o dal diacono, tutto avviene come si fa per la Messa?  Le chiedo un consiglio: quando si inizia il Rosario con la consapevolezza che non c’è il tempo per concluderlo perché inizia una celebrazione, per recitarlo con calma e senza fretta è consigliabile fermarsi quando non si può più continuare, oppure per ogni mistero recitare 5 Ave Maria anziché 10, o che altro?  Nella nostra parrocchia la sacrestia si trova come in tante altre chiese accanto all’altare ed ha due porte. All’ingresso della chiesa c’è una cappella senza il Santissimo Sacramento. Forse sarà messo in futuro. E’ opportuno che il sacerdote pur stando da solo inizi la processione d’ingresso dalla cappella e per giungere all’altare percorrendo la navata centrale, per poi ritornare nella processione finale nella sacrestia e non nella cappella? Tutto questo è bene farlo solo la domenica, nelle solennità e nelle feste oppure ogni giorno?

Don Antonio risponde:

  • Se lodevolmente, recitando il Rosario, si propone qualche brano del Vangelo, non c’è bisogno di trasferire qui il rito tipico della Messa.  Basta introdurlo con una formula semplice, tipo: “Dal Vangelo secondo Matteo” e concluderlo eventualmente, dicendo:”Parola del Signore”  (vedi anche altre risposte date sull’argomento).
  • La processione d’ingresso va curata soprattutto la domenica (non altrettanto nei giorni feriali) con la partecipazione di alcuni ministranti.

Elena C. chiede: Carissimo don Antonio, durante la S. Messa di “trigesimo” ci troviamo spesso ad affrontare una difficoltà: i fedeli che partecipano, non frequentando la chiesa, mentre si celebra l’Eucaristia non prestano attenzione, parlano e generano confusione. Spesso il celebrante interviene con richiami. Cosa ci consiglia per vivere queste celebrazioni nel silenzio e in modo dignitoso?  E’ bene celebrare il trigesimo nell’orario stabilito delle Messe, oppure è opportuno scegliere un momento diverso per non creare disagio ai fedeli che partecipano abitualmente all’Eucaristia?  Il trigesimo ricorre un mese dalla morte. Spesso i familiari del defunto, se il trigesimo non può essere celebrato il giorno esatto che corrisponde al mese precedente, esternano critiche. Cosa fare in queste occasioni?  Il trigesimo necessariamente deve essere celebrato precisamente un mese dopo la morte del defunto?  In un trigesimo il defunto è nominato dopo il saluto iniziale, durante l’omelia, nella preghiera dei fedeli e durante la preghiera eucaristica. E’ giusto fare così?  Cosa può consigliarci per far partecipare attivamente i fedeli che sono presenti al trigesimo anziché essere “muti spettatori”?  In genere non si accostano all’Eucaristia. E’ opportuno invitarli a ricevere la santa Comunione e confessarsi prossimamente? Se fosse possibile, in che momento andrebbe detto? E che tempi si possono indicare, a partire dal trigesimo, per offrire un indicazione chiara e precisa?  Infine quando si proclama il Vangelo in OGMR n. 134 è scritto che il ministro traccia con il pollice il segno di croce sul libro e sulla propria persona, in fronte, sulla bocca e sul petto, gesto che compiono anche tutti i presenti. Le domando: i fedeli iniziano a segnarsi sulla fronte quando il ministro già traccia il segno di croce sul libro oppure quando anche lui si segna sulla fronte?

Don Antonio risponde:

  • Le Messe dei defunti sono un po’ problematiche, perché spesso vi partecipano persone che non frequentano la chiesa.  Occorre tanta pazienza per accoglierle e non distoglierle esortandole a prestare attenzione, rispondere alle preghiere e ai canti.  Una celebrazione ben fatta, semplice e bella, può diventare una preziosa occasione di riscoperta della liturgia, un invito a ritornare in Chiesa.  Occorre evitare il privatismo della Messa, che è sempre celebrazione di  tutti e per tutti, anche se (come in occasione di un trigesimo o di un anniversario) c’è una intenzione (e una preghiera particolare) per il defunto.  Pertanto, sembra preferibile ed educativo per la comunità e per i familiari che il trigesimo sia inserito nella Messa d’orario feriale.  Perciò il defunto non va nominato ripetutamente (all’inizio, nella colletta, nella preghiera dei fedeli, nella prece eucaristica, ecc), dando l’impressione che la Messa sia solo per lui.
  • La messa di trigesimo o di anniversario non sempre è possibile celebrarla nella data esatta: nella liturgia non esiste l’orologio o l’aritmetica.   Non è la fine del mondo se la si deve anticipare o posticipare.  Occorre educare la gente a ciò che è essenziale e liberarla da certe preoccupazioni che sanno di magia e di superstizione.  È molto pericoloso invitare tutti a fare la comunione, impegnandosi a confessarsi prossimamente.  Il catechismo della chiesa cattolica e concordemente tutti i documenti del magistero sono chiari: chi è consapevole di non essere in grazia di Dio non può ricevere la Comunione senza essersi prima confessato.
  • I tre piccoli segni di croce (sulla fronte, sulla bocca e sul petto) indicano il desiderio e l’impegno che la Parola di Dio sia nella mente , sulla bocca e nel cuore.  Quando tracciarli?  Vogliamo per forza  i sincronismi?  Non possiamo imporre certe minuzie.  Celebriamo con serenità, da figli di Dio:  non siamo marionette.  Tuttavia, se proprio si vuole un’indicazione, si potrebbe tentare di segnarsi mentre lo fa il minsitro dopo che ha tracciato un segno di croce sul libro sacro.

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