Web Liturgia: La cattedra del Vescovo; Palla e Calice; il Diacono si deve segnare; Le donne velate? Non più!…

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti  di Giancarlo e Vincenzo

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palla_caliceGiancarlo chiede a don Antonio.  Salve caro don Antonio, grazie per la sua attenzione e le sue preziose, precise e dettagliate risposte. Le volevo chiedere se una antica cattedra episcopale, in una concattedrale (antica cattedrale di Santa Lucia del Mela ora divenuta concattedrale poichè la prelatura Nullius è stata accorpata all’Arcidiocesi di Messina, insieme a quella di Lipari) può essere utilizzata come sede del presbitero celebrante. Anche se il Vescovo, quando celebra, siede sull’antica cattedra ? Grazie infinite.

Don Antonio risponde a Giancarlo

La cattedra del Vescovo (in cattedrale o in una con cattedrale) è riservata solo a lui. Se presiede un presbitero (fosse pure canonico o monsignore) si dispone per lui un’altra sede presidenziale.

Vincenzo chiede a don Antonio.  Caro don antonio desidererei porle alcuni quesiti:è vero che il calice non va più coperto con la palla?  In una celebrazione dove si usano più calici, l’acqua va messa in uno solo dei calici o in tutti?
Il diacono prima di proclamare il vangelo, ricevendo la benedizione dal celebrante deve segnarsi col segno della croce e poi  rispondere solo amen  se a impartire la benedizione è un vescovo, allora si deve segnare?

Don Antonio risponde a Vincenzo.   Il calice va ricoperto con la palla se è necessario o se è opportuno, a evitare che possano cadervi polvere o insetti: altrimenti, resta scoperto (OGMR n. 142; Cerimoniale dei Vescovi, n. 147). Se, soprattutto in caso di concelebrazione, si usano più calici, in ciascuno di essi il diacono infonde alcune gocce d’acqua. Il diacono, chiedendo e ricevendo la benedizione dal presidente, sia egli vescovo o presbitero, sta inchinato profondamente, si segna e risponde ”amen” (OGMR, n. 175; Cer. Ep., n. 140). Fino al alcuni decenni addietro, le donne in chiesa dovevano avere il capo coperto da un velo. Di esso, nelle attuali norme liturgiche non v’è alcuna menzione. Pertanto, non lo si può imporre, neanche se una donna va a proclamare la parola di Dio.

 

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