Web liturgia: chi è Gesù Bambino; come prepararsi alla Messa; la Supplica; quali sono le cose opinabili;

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti di Gino F. ed Andrea .

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Gino F. chiede: Carissimo don Antonio, nel tempo di Natale è consuetudine rivolgere preghiere a Gesù Bambino. Vorrei chiederle se è una cosa buona farlo.
La mia domanda nasce dal fatto che Gesù è morto da adulto e quindi penso che non sia corretto rivolgerci a lui come bambino. Oltretutto da bambino, Gesù non aveva la coscienza di poter capire, proprio come tutti i bambini.
Inoltre è bene che si rivolgano al Bambino Gesù solo i fanciulli?
Sono utili pertanto le devozioni al Bambino Gesù di Praga e di Gallinaro?  Nella nostra parrocchia prima di celebrare la S. Messa siamo abituati a recitare il S. Rosario e al termine di esso, senza una pausa di silenzio, spesso si intona subito il canto d’ingresso della celebrazione eucaristica.
Le chiedo: è bene fare cosi? Non sarebbe meglio che ci siano dei minuti di silenzio tra le preghiere che precedono la Messa e il canto d’ingresso?

Don Antonio Sorrentino risponde a Gino:

  1. Gesù non è semplicemente il bambino figlio di Maria, ma è il figlio di Dio incarnato e come tale lo preghiamo nei vari aspetti e momenti della sua esistenza terrena, detti “misteri”: la nascita, l’infanzia, la sofferenza, la morte, la risurrezione. L’adorazione a Gesù bambino è anzitutto adorazione della sua divina persona. San Bernardo diceva “terribils Deus, amabilis Deus”: il Dio lontano e temuto dagli uomini si è fatto vicino e amabile in Gesù. In tal modo ci attira a Sé e in lui, sintesi dell’esistente, incontriamo la Trinità e l’umanità.
  2. È cosa buona prepararsi alla Messa anche con preghiere devote personali e/o comunitarie (l’Angelus, il Rosario…) e anche facendo ripetere i ritornelli dei canti, in modo che “il popolo canti”, come già esortava Pio X e come invita caldamente la riforma liturgica. Però una pausa di silenzio non guasta, anzi è quanto mai opportuna, al fine di creare un clima di raccoglimento.

Andrea chiede: Carissimo don Antonio, sia la prima domenica di ottobre che l’8 maggio recitiamo la Supplica alla beata Vergine Maria di Pompei. Le chiedo: perché la Supplica viene recitata in questi due giorni? E perché alle ore 12? E’ possibile recitare questa Supplica in tutti i giorni del mese di ottobre e di maggio prima che inizi la S. Messa e non alle ore 12? E in qualunque altro giorno dell’anno in cui si celebra una memoria mariana? La Supplica viene recitata solo dal celebrante e l’assemblea partecipa recitando l’Ave Maria, o viene recitata da tutti contemporaneamente? Infine: in una risposta lei ha scritto: Pertanto, in cose opinabili, nelle quali cioè la norma liturgica non scende nei dettagli, ci si orienta dando più o meno credito a un liturgista e seguendone l’interpretazione. Le chiedo: può fare un esempio concreto di cose opinabili?

Don Antonio Sorrentino risponde ad Andrea

  1. La Supplica alla Beata Vergine di Pompei è una bellissima preghiera, sgorgata dal cuore ardente del beato Bartolo Longo. Viene recitata in moltissime chiese del mondo cattolico alle ore dodici, per realizzare una sorta di concordia orante, quasi un coro mondiale, formato dai devoti della Madonna, anche se evidentemente, a causa dei fusi orari, non si avrà mai la coincidenza universale. Le due date (8 maggio e prima domenica di ottobre) furono scelte da Bartolo Longo nei due mesi particolarmente legati al culto mariano. L’8 maggio ricorda la posa della prima pietra del Santuario di Pompei nel 1876; la prima domenica di ottobre anticipa la memoria liturgica del 7 ottobre, che ricorda la vittoria della flotta cristiana sui turchi a Lepanto nel 1571. Normalmente la Supplica viene recitata dal celebrante; il popolo risponde con l’Ave Maria e alla fine con la Salv, Regina. Forse conviene non recitarla frequentemente: è prudente usare testi alternativi (ci sono tante belle preghiere alla Madonna), perché l’abitudine attenua la partecipazione (“ab assuetis non fit passio”).
  2. Alcuni esempi: Collocare i  fiori preferibilmente sull’altare o nei suoi pressi? Recitare la preghiera dei fedeli anche nei giorni feriali o solo nei giorni festivi? Alla processione d’ingresso portare sempre l’Evangeliario o solo nelle feste più importanti?

 

 

 

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