Web Liturgia: il venerdì Santo; la Cresima; la prece eucaristica e una preghiera per i defunti.

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di:  Andrea, Claudia e Pasquale,  domani sarà il turno per le domande postate da Giulia, Ciro e Pasquale.   Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Andrea F. scrive: Caro don Antonio, per il rito dell’adorazione della Croce il Venerdì santo, il Messale Romano a pag. 153 al n. 18 recita: il sacerdote, il clero e i fedeli si recano processionalmente all’adorazione della Croce, facendo davanti ad essa genuflessione semplice o un altro segno di venerazione (ad esempio baciando la Croce). Ho notato che molti fedeli baciano la Croce stando genuflessi o in ginocchio. Mi sembra che non sia un atteggiamento corretto perché il n. 18 dice esplicitamente di stare o genuflessi o di baciare e di non unire i due gesti cioè bacio e genuflessione. Può chiarirmi questo punto? Inoltre la genuflessione o il bacio possono essere sostituiti dal mettersi in ginocchio? Anche in questo caso mi sembra che stando a ciò che è scritto al n. 18 non sia possibile. Un altro quesito: quando i fedeli vengono aspersi con l’acqua benedetta la domenica o durante un’altra celebrazione devono segnarsi con il segno della croce? I fedeli si segnano col segno della croce anche quando con l’acqua santa si aspergono gli oggetti e non le persone, come alla Candelora e alla Domenica delle Palme in cui rispettivamente si benedicono e poi si aspergono con l’acqua benedetta le candele e i rami di ulivo?

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. Come segno di adorazione della croce il venerdì santo il Messale dà tre possibilità: tutti insieme con un inchino profondo o una genuflessione mentre il sacerdote, dopo l’ostensione e il canto dell’ “Ecce lignum crucis”, la tiene sollevata sull’assemblea; oppure si va in processione verso il presbiterio e lì, a uno a uno, ciascun fedele genuflette oppure bacia la croce. Qualcuno, infatti, non gradisce baciarla – per motivi igienici. Ma se alcuni o molti preferiscono – secondo la consuetudine (n. 19) – unire insieme i due gesti, cioè la genuflessione e il bacio, fa una cosa buona e non sembra doversi rimproverare.
  2. Le benedizioni non si danno a vuoto: per cui come il diacono, dovendo proclamare il Vangelo, chiede la benedizione e la riceve segnandosi (OGMR n. 175), analogamente, quando il sacerdote asperge il popolo con l’acqua benedetta, i fedeli si segnano. Parimenti, poiché le benedizioni non intendono “consacrare” le cose, ma sono preghiere rivolte a Dio per ringraziarlo e invocare il suo aiuto per usarle rettamente, è chiaro che la benedizione tocca anzitutto le persone, le quali si segnano (cfr Presentazione al Benedizionale, nn. 3.4).

Claudia chiede:

Carissimo don Antonio, il n. 24. a pag. 38 del Rito della Confermazione recita: …Se i cresimandi sono molto numerosi, non vengono chiamati per nome; tutti però si dispongono in luogo opportuno davanti al vescovo. Le chiedo: i cresimandi, se sono numerosi e non possono disporsi davanti al vescovo per ragioni di spazio, è opportuno che siano chiamati per nome e alzandosi rispondano dicendo Eccomi? Tutto questo restando al proprio posto tra i banchi. Le domando anche: quando in una parrocchia si celebrano le cresime, è bene invitare a questa celebrazione la comunità parrocchiale, oppure soltanto il consiglio pastorale? O evitare di fare qualunque genere di invito per non creare troppa confusione essendoci già i cresimandi, i familiari, amici e quindi fedeli che non sono abituati a conservare un clima di raccoglimento e preghiera?  Un ultimo quesito: i fedeli quando ricevono le ceneri sul capo è opportuno che si facciano il segno della croce?

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. La Cresima è uno dei tre sacramenti della Iniziazione cristiana, che ci fanno cristiani. I Sacramenti vanno sempre celebrati con la partecipazione della comunità, perché sono i gesti santificanti del Cristo risorto, il quale comunica o accresce la vita divina in noi (detta “grazia”) mediante l’azione congiunta dello Spirito Santo e della Chiesa, che è il nuovo corpo di Cristo risorto. Pertanto, non si può celebrare la Messa con la Cresima su invito. Essa è aperta a tutti ed è bene che vi partecipino in molti.  Circa la modalità concreta della chiamata dei singoli cresimandi per nome, ci si intenda con il parroco.
  2. Nel ricevere le ceneri (dal sacerdote o dal diacono, ma non dal ministro straordinario della Comunione), non è previsto alcun segno di croce. Non moltiplichiamo gesti superflui con il pretesto della devozione. La nostra liturgia è bella per la sua semplicità e sobrietà.

Pasquale scrive: Caro don Antonio come va? Una domanda: durante la preghiera dei fedeli si puo’ fare il ricordo dei defunti. A chi tocca pregare per loro? Al sacerdote o al lettore? La comunione sotto le 2 specie quando si può fare ? Grazie di cuore. Il Signore ti benedica

Don Antonio Sorrentino risponde:

  1. Più che durante la prece eucaristica, è preferibile inserire una intenzione per defunti particolari nella preghiera dei fedeli. Può farlo un diacono, un lettore, un fedele o anche il sacerdote.
  2. La Comunione con le due specie la si può ricevere dalle mani del ministro ogni domenica e – in comunità o gruppi preparati – anche ogni giorno, purché tutto si svolga con fede e grande rispetto.

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