Web Liturgia: inchino al lavabo; aspergere la famiglia…

Don Antonio Sorrentino risponde oggi ai quesiti di Antonio.

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  • Antonio  chiede a don Sorrentino Carissimo don Antonio, lei ci ha insegnato che in nessun libro liturgico è specificato che i ministranti quando lavano le mani al sacerdote devono fare l’inchino sia prima che dopo. Nel libro il Manuale del ministrante di Riccardo Pane EDB a pag. 31 è scritto: Dopo che il celebrante è stato incensato, i due ministri addetti al lavabo dovranno accostarsi all’altare da destra (dove prima c’era il turiferario). Fatta la debita riverenza, il ministro con la brocca verserà l’acqua, e l’altro porgerà il manutergio leggermente aperto. Al termine del lavabo, i due ministri, prima di allontanarsi, facciano riverenza. Le chiedo: alla luce di ciò che è scritto in questo libro, anche se i libri liturgici non prevedono l’inchino da parte dei ministranti per il lavabo, è in ogni caso opportuno fare questo inchino? Un secondo quesito: nel Benedizionale a pag. 691 è previsto il rito della benedizione in famiglia nel giorno di Pasqua quando si porta a casa l’acqua benedetta e a pag. 693 il n. 1692 recita: il capofamiglia con un ramoscello d’olivo porge l’acqua benedetta e ciascuno si fa il segno della croce. Poiché fin da piccolo sono stato abituato che nostro padre con il ramoscello d’olivo ci aspergeva con l’acqua benedetta e noi accompagnavamo questo gesto facendoci il segno della croce, le chiedo se questo modo di benedire è sbagliato e se bisogna fare solamente come indica il n. 1692. Inoltre il segno della croce va fatto intingendo le dita nell’acqua benedetta oppure intingendo in quest’acqua il ramoscello d’olivo e fare con questo il segno della croce? Infine in una famiglia dove il padre non c’è, il ruolo del capofamiglia indicato sempre al n. 1692 è affidato al figlio maschio maggiore oppure alla madre?

Don Sorrentino risponde ad Antonio 

1. Nell’OGMR non è previsto alcun inchino da parte dei ministranti quando lavano le mani al sacerdote. Invece nel Pontificale Romano tale inchino è previsto quando celebra il Vescovo. Pertanto, volendo lo si può fare anche al sacerdote che presiede la celebrazione.

2. I ministri ordinati benedicono tracciando il segno di croce. Invece gli altri (ad esempio il capofamiglia o la mamma o un figlio) porgono l’acqua benedetta o con un ramoscello d’ulivo o con un recipiente, in modo che ci si bagnino le dita e ciascuno possa segnarsi.

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