Web liturgia: "l'accolito", chi è costui…

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Antonio, Flavio, Maria Rosaria. Domani sarà  la volta di Salvatore, Pasquale, Mariarosaria e Clauida. Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Antonio, chiede: Rev. mo don Antonio, le chiedo dei chiarimenti sui compiti dell’accolito istituito. Durante la presentazione dei doni, in assenza del diacono l’accolito apre il corporale sull’altare?  Può versare il vino nel calice? Può anche versare un po’ d’acqua nel calice dicendo sottovoce: L’acqua unita al vino …? O solo versare l’acqua? Se lo potesse fare, è opportuno farlo alla credenza o direttamente all’altare?  L’accolito quando aiuta il celebrante a distribuire la Comunione prende da sé la pisside che è sull’altare o deve riceverla dal celebrante? In quest’ultimo caso (e questo riguarda anche il ministro straordinario della Comunione), il ministro quando riceve la pisside fa l’inchino al Corpo di Cristo o riceve la pisside senza fare nessun segno di riverenza? Dopo la distribuzione della Comunione, può consumare il Sangue di Cristo che è rimasto nel calice? Inoltre, di tutto questo l’accolito cosa fa se invece è presente il diacono?  Quando il tabernacolo è dietro all’altare, in assenza del diacono l’accolito oppure il ministro straordinario della Comunione possono riporre il Santissimo nel tabernacolo? O è bene che lo faccia il celebrante? Anche quando il tabernacolo è in una cappella? Quando i ministri portano la Comunione agli ammalati, ho visto che mettono la teca col Santissimo in tasca. Io credo che non sia corretto. Lei cosa ne pensa? E di portare la teca col Santissimo nel taschino della camicia? E’ opportuno? Infine è bene che un ministro che porta con sé la teca con Gesù Eucaristia si fermi a parlare con qualcuno?

Don Antonio risponde:

  • L’accolito, aiuta il sacerdote all’altare.  Più precisamente: se ha portato la croce, la colloca presso l’altare oppure (se già ce n’è una) la porta in luogo degno; porge il Messale alla sede, dispone il corporale, il purificatoio, il calice, la pisside, il Messale, aiuta a ricevere i doni; in assenza del diacono, porge il turibolo e assiste il sacerdote nell’incensazione, quindi incensa lui e il popolo.  Non è previsto che possa infondere l’acqua e il vino nel calice (spetta al diacono); può aiutare, se necessario, a distribuire la Comunione; se non c’è il diacono, riporre io vasi sacri alla credenza, per purificarli e riordinarli (cfr. OGMR, nn187-193).
  • L’accolito o il ministro straordinario possono riporre il SS.mo nel tabernacolo.
  • La teca con le ostie consacrate non si porta in tasca né nella borsetta; non sembra disdicevole portarla devotamente nel taschino della camicia; meglio ancora se la si porta pendente (anche se nascosta) con un cordoncino o un nastro sul petto.  Nel portare la Comunione ai malati, è normale per strada scambiare un breve saluto, ma non fermarsi a chiacchierare, fare intendere, piuttosto che si è impegnati in un servizio ben più importante.

Flavio F., chiede: Caro don Antonio,  in una parrocchia dove è presente il viceparroco, è consigliabile che i funerali siano presieduti dal parroco, essendo lui il pastore della comunità?  Tra i termini funerale ed esequie, qual è il più idoneo? Oppure si possono usare entrambi indistintamente?  Il n. 277 dell’OGMR afferma: Prima e dopo l’incensazione si fa un profondo inchino alla persona o alla cosa che viene incensata, non però all’altare e alle offerte per il sacrificio della Messa. Il ministro al termine del funerale anche quando asperge con l’acqua benedetta il corpo del defunto, gli fa un profondo inchino prima e dopo l’aspersione? O l’inchino è riservato per l’incensazione?  Perché quando si incensano l’altare e le offerte non si fa l’inchino?  Il n. 132 dell’OGMR prescrive che per il Vangelo il sacerdote benedice l’incenso. L’incenso va benedetto tracciando un segno di croce? L’OGMR non lo specifica!  L’incenso va benedetto ogni volta che si usa durante la Messa? Inoltre va benedetto ogni volta che si usa nella preghiera? Ad esempio dopo aver esposto il Santissimo, prima della benedizione eucaristica, alle Lodi e ai Vespri, in una Liturgia della Parola, in una veglia di preghiera, in un incontro di meditazione con giovani o bambini del catechismo, ecc. ?  Un accolito o un ministro straordinario, al termine dell’adorazione prima di incensare il Santissimo, può mettere l’incenso nel turibolo? Può anche tracciare poi sull’incenso il segno di croce? O non può benedirlo?  Durante il tempo di Avvento, che è un tempo favorevole per riflettere sulla Vergine Maria, è opportuno nelle Messe della domenica o di tutti i giorni della settimana incensare la statua od un’icona della Vergine Maria? Se fosse possibile in che momento è opportuno? Al termine dell’orazione dopo la Comunione e prima della benedizione finale? E dopo l’incensazione si può recitare una preghiera con un riferimento a Maria?

Don Antonio risponde:

  • Messa funebre è qualsiasi Messa celebrata per i defunti con formulario proprio (preghiere presidenziali e letture proprie e paramenti color viola o nero).  Messa esequiale è quella che si celebra alla presenza del cadavere e con il rito conclusivo del commiato (aspersione, incensazione, ecc)
  • Si fa l’inchino prima e dopo l’incensazione, non prima dell’aspersione che è forma di benedizione.
  • Ogni volta che il sacerdote o il diacono infonde l’incenso nel turibolo, lo benedice con segno di croce, senza dire nulla (OGMR,n120), perché viene benedetto quell’incenso che di volta in volta verrà bruciato, non tutto quello che è nella navicella.  L’accolito può infondere l’incenso ma non può benedire né l’incenso né le persone.
  • L’Avvento è il tempo dell’anno liturgico incentrato su Cristo venuto (storicamente a Betlemme) veniente (ogni giorno, nei Sacramenti e nelle persone), venturo (nella Parussia).  Ha anche una connotazione mariana, perché Maria è l’icona dell’attesa gioiosa del Messia, con fede e amore.  Pertanto ci sta bene un riferimento a Maria, con eventuale preghiera e incensazione di una sua immagine, preferibilmente a fine Messa.

Maria Rosaria S. domanda: Carissimo don Antonio, in parrocchia mi occupo della pulizia dell’altare. Per questo desidero rivolgerle alcune domande. Il manutergio ed il purificatoio vanno sostituiti dopo ogni celebrazione? Ad esempio se uno stesso sacerdote celebra sia al mattino che alla sera, con quale frequenza vanno cambiati? La frequenza è la stessa per il corporale e palla? Si possono preparare manutergi e purificatoi avendo anziché la croce un segno eucaristico? Dentro il tabernacolo è bene che ci sia sempre una palla per appoggiarvi la pisside con le particole consacrate? Le chiedo inoltre: cosa sono le Messe di guarigione che spesso sento che vengono celebrate? So che qualche volta presiede il parroco, altre volte un sacerdote carismatico, altre volte ancora un esorcista. Cos’è tutto questo? In queste Messe so che vengono benedetti i medicinali per rendere più sicura la guarigione, le tovaglie per il pranzo o la cena per favorire la comunione tra i familiari quando si riuniscono per mangiare, le chiavi di casa, ecc. Si portano anche le foto di persone vive per pregare per la loro guarigione sia spirituale ma anche fisica se hanno malattie. Si può fare tutto questo? Durante la S. Messa della notte di Natale è possibile mentre si canta il Gloria portare in processione dal fondo della chiesa il Bambino Gesù accompagnato da due ministranti che portano le candele? In questo caso chi deve essere il ministro che porta il Bambino: il celebrante, il diacono, l’accolito, il lettore istituito o un ministrante? Chi porta il Bambino può usare il velo omerale o un altro tipo di velo? Dopo aver riposto il Bambino in un luogo adatto e mentre si continua a cantare il Gloria, il celebrante lo può incensare? E prima di incensarlo è opportuno che lo baci?

Don Antonio risponde:

  • La pulizia è sorella della devozione e va unita alla “nobile semplicità” della liturgia (OGMR n 351).  Manutergio e purificatoio vanno cambiati spesso.  Ci vuole buon senso e sensibilità.  Non è prescritto che vi siano ricamati croci o altri disegni eucaristici.
  • Nell’adornamento liturgico pre-conciliare era prescritto che nel tabernacolo, sotto la pisside, fosse posto un corporale (ridotto a un quadrato merlettato e inamidato).  Oggi né il Codice di Diritto Canonico né i libri liturgici ne parlano.  Siccome, per l’esposizione, se sembra opportuno si può mettere il corporale sotto la pisside o all’ostensorio, si potrebbe pensare a qualcosa di simile anche nel tabernacolo.
  • Le cosiddette “Messe di guarigione” sono consentite; il Messale contiene anche una Messa per gli infermi e ha un sacramento specifico per i malati gravi (unzione degli infermi).  D’altra parte, Gesù fu “medico delle anime e dei corpi”.  Perciò è lecito chiedere la salute e la guarigione.  Gesù stesso comandò ai discepoli di curare i malati (Mt 10,8) e gli Atti riferiscono guarigione miracolosa operata dagli apostoli e da singoli evangelizzatori.  Pertanto, l’istruzione della Congregazione per la dottrina della fede (datata 14.09.2000 e firmata dal cardinale Ratzinger) stabilisce che si possono organizzare incontri di preghiere ad hoc e anche celebrare la Messa, però “nella celebrazione della SSma Eucarestia, dei sacramenti e della liturgia delle ore non si possono introdurre preghiere di guarigione liturgiche e non liturgiche.  Si può introdurre qualche intenzione nella preghiera dei fedeli”.  Le preghiere di esorcismo, contenute nel rituale devono restare distinte dalle celebrazioni di guarigione.  I vescovi vigilino.  Tutto il resto (benedizione dei medicinali, tovaglie, chiavi di casa ecc) sembra una esagerazione e potrebbe sfociare in interpretazioni magiche e superstiziose.  La prima guarigione è dal peccato, la prima grazie è di affrontare la sofferenza in unione a Cristo, per viverla serenamente e se è utile per la salvezza, chiedere anche serenamente la guarigione fisica.
  • Il Gloria nella Messa è un canto e un rito a se stante, non è un canto processionale con cui accompagnare la “statuetta di Gesù Bambino”  nel suo ingresso in chiesa la notte di Natale.  Se si vuole fare la processione col bambino, la si potrebbe fare all’inizio (ma senza velo omerale, che è riservato per l’Eucarestia),  con un canto liturgico, lo si incensa e lo si depone in luogo adatto (non ai piedi dell’altare tantomeno sull’altare, perché sull’altare sarà presente Cristo vero e non c’è bisogno di sue immagini, che potrebbero concentrare su di sé l’attenzione).  Il sacerdote può incensare la croce, l’altare e inizia regolarmente la Messa.
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