Web liturgia: lettori domenicali e preghiera dei fedeli. La preghiera dell'ascolto. L'anniversario battesimale.

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi alle domande di: Antonio, Elvira e don Giovanni. Domani risponderà alle domande di Sabatino, Simona, Claudia e Giorgio. Per postare nuove domande al noto e stimato liturgista potete farlo scrivendole in fondo alla pagina, nello spazio dedicato ai commenti, nella pagina WEB LITURGIA, basta cliccare qui.

Antonio chiede: Carissimo don Antonio, lei ci ha spiegato che colui che proclama la prima, la seconda lettura e il salmo può recitare nel proprio cuore l’invocazione “Apri, Signore, le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode”. Le domando: anche chi legge la preghiera dei fedeli è opportuno che reciti questa invocazione? Nella nostra parrocchia al pomeriggio del giovedì all’incirca un’ora prima che inizi la S. Messa si espone il SS. Sacramento e questa adorazione si conclude con la benedizione eucaristica. Dopo un quarto d’ora circa inizia la S. Messa al termine della quale si espone di nuovo Gesù Eucaristia. Viviamo un’ora di adorazione che si conclude di nuovo con la benedizione eucaristica. Invece al mattino sempre del giovedì si espone il Santissimo solo dopo la S. Messa e l’adorazione si conclude sempre con la benedizione eucaristica. Le chiedo: è possibile organizzare la giornata del giovedì in questo modo? Quindi con tre benedizioni eucaristiche? Infine le domando: il contenitore dell’incenso si chiama navetta o navicella? E il ministrante che lo porta si chiama navicolaio o navicelliere? Le rivolgo questa domanda perché ho notato che si usano tutti e quattro le parole.

Don Antonio risponde:

  1. È superfluo e inopportuno premettere un’altra preghiera personale alla preghiera dei fedeli: non cadiamo nel devozionismo, già si va a pregare.
  2. Bene la Messa mattutina, cui segue un tempo di adorazione, poiché questa è un prolungamento della S. Messa. Infatti, è previsto che l’ostia per l’adorazione venga consacrata nella Messa che precede l’adorazione. D’accordo con il parroco, si potrebbe, al pomeriggio, celebrare la Messa e proseguire con l’adorazione. Tre adorazioni chiuse da tre benedizioni eucaristiche sono eccessive; il n. 96 del Culto eucaristico dice: “Si può riporre il SS.mo Sacramento nel tabernacolo, interrompendo l’adorazione, dopo un breve preghiera insieme con i fedeli, non più di due volte al giorno”.
  3. “Navicolaio” oppure “navicellierie” sono neologismi inesistenti nel vocabolario italiano. C’è un ministrante che porta la navicella o navetta.

Elvira E. chiede: Carissimo don Antonio, in una risposta lei ha citato l’istruzione della Congregazione per la dottrina della fede del 14.09.2000 “nella celebrazione della SSma Eucarestia, dei sacramenti e della liturgia delle ore non si possono introdurre preghiere di guarigione liturgiche e non liturgiche. Si può introdurre qualche intenzione nella preghiera dei fedeli”. Le chiedo: durante l’adorazione eucaristica si possono recitare preghiere di liberazione e guarigione? Ad esempio si possono recitare diverse invocazioni con il seguente ritornello: Gesù per le tue Sante piaghe liberami. Una delle preghiere ad esempio è: Per il tuo santo e sanguinante capo trafitto da pungentissime spine guariscimi dalle malattie del corpo (nominare le proprie malattie e ricordare le persone ammalate). Signore Gesù con il tuo sangue versato dal tuo capo santo e benedetto guarisci questi mali perché solo Tu puoi sanare le mie infermità.

Don Antonio Sorrentino risponde:

La preghiera davanti al SS.mo Sacramento è soprattutto ascolto, adorazione, ringraziamento e anche supplica. Pertanto, si può anche inserire qualche breve invocazione di guarigione; tuttavia queste invocazioni non prendano il sopravvento, soverchiando gli altri tipi di preghiera.

Don Giovanni  chiede: Rev.mo don Antonio, la ringrazio di vero cuore per le sue preziose risposte. Vorrei inviarle la copia della lettera di Rinaldo Falsini che mi ha chiesto. Lei preferisce riceverla per posta, per fax o per e-mail? E a quale indirizzo? Colgo l’occasione per chiederle un suo parere. Cosa ne pensa se una volte al mese oppure ogni quindici giorni celebriamo in parrocchia il rito per la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale? Le chiedo infine come dovrei preparare i riti di introduzione per la Messa della prima Comunione eucaristica inserendo la memoria del Battesimo come lei suggerisce.
Dopo il segno di croce e il saluto è bene rivolgere le tre domande sulla rinuncia a Satana e poi le altre tre sulla professione di fede come è indicato nei nn. 66,67 a pag. 64 del Rito del battesimo dei bambini?
Oppure si rivolgono solo le ultime tre domande sulla professione di fede?
A queste domande è bene che rispondano solo i ragazzi che devono ricevere per la prima volta l’Eucaristia o tutta l’assemblea?
Infine l’aspersione con l’acqua benedetta in che momento va svolto?

Don Antonio risponde:

  1. Ottima iniziativa, quella di celebrare la riconciliazione di più penitenti con la confessione e l’assoluzione individuale. Fra le tre forme celebrative della penitenza, questa è la migliore, perché concilia i due aspetti della celebrazione del sacramento del perdono: la componente personale (confessione fatta al sacerdote) e quella ecclesiale: insieme ci si preparare e insieme si loda e ringrazia il Signore per il perdono ricevuto.
  2. Essendo l’Eucaristia il vertice della iniziazione cristiana, è bene che la Messa di Prima Comunione dica anche riferimenti al Battesimo. In realtà la prima Comunione eucaristica è un anniversario battesimale. Lo stesso abito bianco ricorda la veste battesimale; le candele che portano tradizionalmente i fanciulli richiamano il fatto che siamo “neofiti”, cioè illuminati per la grazia del Battesimo. Pertanto, è cosa lodevole iniziare la celebrazione della Messa di Prima Comunione intorno alla vasca battesimale: lì i fanciulli accendono le candele al cero pasquale e fano la professione di fede battesimale. Analogamente a quanto avviene nella celebrazione della Cresima, si può fare una sola domanda per la rinuncia a Satana e tre domande (trinitarie) sulla fede. Evidentemente è bene che non solo i fanciulli, ma tutti, rispondano. La professione di fede viene conclusa con una breve preghiera e con aspersione. Questo rito è vero atto penitenziale, per cui la Messa prosegue con il Gloria.

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *