Web Liturgia: uso del piattino, inchino al calice, offertorio, particole consacrate da consumare…

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti  di Flavio, Stefanie e Maria Rosaria.

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Flavio chiede: Caro don Antonio, le chiedo un approfondimento sull’uso del piattino. Quando un fedele sceglie di ricevere la S. Comunione sulla mano, il piattino va posto sotto le sue mani? Oppure non è necessario usare il piattino quando la Comunione si riceve sulle mani, dato che non si corre il rischio che l’Ostia cada a terra? Infine: quando la S. Comunione è stata distribuita sotto le due specie, il ministro della Comunione quando restituisce al sacerdote il calice è bene che faccia un inchino al calice, dopo che il sacerdote l’ha preso, perchè contiene ancora il Sangue di Cristo?

Don Antonio risponde:

  1. Il piattino viene usato per impedire che cada a terra qualche frammento di Ostia o qualche goccia di vino consacrato. È bene usarlo anche quando l’Ostia viene deposta in mano, perché per qualche disattenzione o movimento frettoloso potrebbe cadere.
  2. Terminata la Comunione sotto le due specie, il ministro che ha sorretto il calice, nel restituirlo al celebrante può fare un inchino, anche se non è esplicitamente previsto dal rito.

Stefania chiede: Caro don Antonio, le chiedo di spiegarmi qual è l’atteggiamento che deve assumere il ministro della Comunione, che porta con sé la teca col Corpo di Cristo, dopo che il Santissimo è stato riposto nel tabernacolo. Mentre tutti sono seduti, il ministro resta in piedi (assumendo un atteggiamento diverso da tutti i presenti) o si siede anche lui, pur avendo con sè Gesù Eucaristia? Un altro quesito: lei in una risposta relativa ad una domanda in cui si chiedeva se chi raccoglie le offerte deve fare oppure no un inchino all’altare quando è una sola persona, ha scritto: Non è prescritto, ma sembra buona cosa che la persona incaricata di raccogliere le offerte, dovendo evidentemente cominciare dalle prime file, prima di voltarsi, faccia un inchino all’altare. Le chiedo: per inchino all’altare si intende che la persona incaricata fa l’inchino dal posto dove si trova oppure va prima verso l’altare per fare l’inchino trovandosi proprio di fronte al centro dell’altare stesso per poi raccogliere le offerte? Infine quando ha terminato di raccogliere le offerte, è bene che la persona faccia l’inchino stando sempre di fronte al centro dell’altare?

Don Antonio risponde: Chi è incaricato a raccogliere le offerte si presume che inizi dal primo banco: vada al centro, davanti al presbiterio, faccia un inchino all’altare e si volti per raccogliere le offerte. Alla fine, dovendo deporre le offerte in luogo adatto (e mai sulla mensa), prima di tornare al posto, se passa davanti all’altare, gli faccia un inchino.  (La prima parte della domanda è già stata soddisfatta in altro quesito).

Mariarosaria L. chiede: Caro don Antonio, dopo la distribuzione della S. Comunione se restano molte particole consacrate che il celebrante non può consumare da solo (ad esempio quando si celebra la S. Messa in un luogo diverso dalla parrocchia, come la palestra di una scuola), il sacerdote può distribuire il Corpo di Cristo una seconda volta ad alcuni fedeli fin quando tutte le particole non vengono consumate? In questo caso, il sacerdote deve ripetere la formula Il Corpo di Cristo ai fedeli che per la seconda volta ricevono la S. Comunione? Oppure il sacerdote distribuisce il Corpo di Cristo per la seconda volta senza dire nulla?

Don Antonio risponde: Il banchetto eucaristico è unico, anche se si dovesse ricevere altre Ostie o bere al calice dopo aver già ricevuto la Comunione. Pertanto, sembra superfluo dover ripetere ogni volta: “Il corpo di Cristo” o “Il sangue di Cristo”.

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