Al peggio, non c’è mai fine!

Nessuno mi tacci di cassandrismo, ma la profezia era così naturale che soltanto gli occhi “improsciuttati” non riuscivano a intravedere il destino tracciato. A pochi mesi dal varo della Giunta di Baronissi, un vero “papocchio”, le diverse identità culturali e le modalità d’azione si nascondevano dietro ad un fanciullesco entusiasmo che sapeva tanto di libro “Cuore” del De Amicis (che ancora oggi leggo con piacere), ove di ragionevole non vi era nulla!

Avrei tanto preferito essere smentito, eppure così non è stato.

La mia passione per Baronissi nasce dalla grande ammirazione che ho per gli abitanti di questa città della Valle dell’Irno e dall’affetto che a loro mi lega. L’impegno a farla rifulgere è testimoniato dal mio continuo lavorio a rendere una parte di Baronissi (Aiello e Acquamela) sempre più splendente.
Comunque, con grande realismo, già durante la campagna elettorale, avevamo la consapevolezza che dietro agli iniziali abbracci ci sarebbe stata, prima o poi, la notte dei lunghi coltelli, che sarebbe spuntata al momento opportuno per ammazzare sull’altare della voracità del potere chiunque fosse un impedimento. Tuttavia, l’unica ad essere sconfitta è Baronissi e i tanti che hanno creduto in questo assurdo miscuglio, condito di follia e di insensata azione politica. Manco dieci mesi e sotto la spinta di tre ribelli tutto si sfascia o meglio quasi tutto. Ma il tragico-comico è proprio questo.

Com’è possibile che il candidato sindaco Gennaro Esposito, poi soltanto capolista, per aderire al “papocchio” viene spietatamente fatto ruzzolare per le scale del Comune, tanto da costringerlo alle dimissioni, rimanendo l’unico con la testa sfasciata? Il mio caro amico Gennaro, al quale ho ricordato, in ogni occasione, di stare attento, ha ceduto tutto: identità culturale, appartenenza politica e non so più cos’altro…, oggi è trattato come un burattino nella mani del sindaco, il quale deve soddisfare i pruriti dei suoi amici-nemici di “Baronissi Futura”. Il sindaco Cosimato, sotto la spinta del terrore di un agguato sul “bilancio”, è stato pronto (ricordiamo che è una storia che si ripete) a sacrificare l’alleato di Alleanza Nazionale, presentato sotto le spoglie di una lista civica. Ma i segnali di crepe erano già nell’aria da subito, quando si è trattato di eleggere il vice-sindaco.
Di fronte a tale proscenio, mi sarei aspettato uno scatto di dignità degli eletti della lista “Liberi e leali” e invece come dicono i latini Ne verbum quidem. In che mondo viviamo? Dov’è la lealtà, il patto di onore, la condivisione, la solidarietà? Eppure, conoscendo il dottor Notari, il quale è stato anche mio medico, uomo di sani principi, frutto di quella scuola che impone opzioni dure, mi aspettavo una scelta coraggiosa.

Passiamo ai tre amici “rivoluzionari” di “Baronissi Futura”, originari di liste e posizioni diverse.
Ancora una volta sento che mi si attorciglia lo stomaco: la politica diventa di basso profilo, anzi diventa solo battaglia contro qualcuno e non impegno per valori e idee. Pensavo che il problema fosse la purificazione della Giunta e salutavo con favore l’operato dei consiglieri ribelli, i quali, senza timore, avevano imposto al sindaco una azione catartica, in cui la “destra” doveva andare fuori dalla Giunta. Invece tutto si è risolto con qualche assessorato da assegnare e i valori sono stati sconfitti dalla pochezza.
Certo, i due assessori defenestrati, parlo di Noia e De Chiara, i quali non hanno sempre brillato per efficienza e efficacia, hanno tutta la mia solidarietà. Però, desidero ricordare che qualche anno addietro, al tempo della mannaia del sindaco nella passata legislatura, Cosimato allontanò alcuni assessori per inserire, in una alchimia assurda, uomini della lista avversa, mi riferisco ai defenestrati Giovanni Cavaliere-Genovese-Melchiorre, ebbene proprio i “licenziati” odierni furono i carnefici, quanto meno col silenzio, oggi sono le vittime: le parti si sono rovesciate.

Mi sento veramente depresso, con una aggiustatina, uno spodestamento a sinistra, uno a destra e –voilà– la Giunta è ricomposta.
Loro ridono, Baronissi piange.
Loro si ritengono vincenti, ma le idee, invece, sono sconfitte dalla voracità del potere, che non ha nulla a che fare con progetti e verità.
Per Baronissi ancora una stagione piovosa, dal cielo è sceso fango e putridume.
Povera Baronissi. Non ci resta che piangere. Speriamo di avere ancora lacrime.

38 Comments

Add a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *