Ufficio Comunicazione Caritas Italiana

Dal 24 al 30 agosto prossimo una missione di Caritas Italiana si recherà in Giordania come segno di vicinanza e di incoraggiamento a tutte le Caritas del Medioriente, a partire da quelle Giordana e di Gerusalemme. La delegazione guidata dal Direttore, don Francesco Soddu, insieme al responsabile dell’Area Internazionale, Paolo Beccegato, e al capo Ufficio Medio Oriente-Nord Africa –Corno d’Africa, Silvio Tessari, visiterà alcuni campi di rifugiati siriani in Giordania al confine con la Siria, farà il punto con i partner locali dei progetti sostenuti in questi mesi da Caritas italiana e discuterà le modalità delle future collaborazioni.  

Sono previsti inoltre incontri con le autorità delle Chiese cristiane locali, per approfondire la situazione delle complessa crisi mediorientale, aggravata dalla situazione in Egitto. «Caritas Italiana  – anticipa il Direttore, don Francesco Soddu – proporrà di rilanciare dei veri e propri gemellaggi con le parrocchie della Terra Santa, al fine di rafforzare il contributo e la presenza delle comunità cristiane locali, il cui ruolo può diventare determinante anche come elemento di pacificazione».  
Gli episodi sempre più gravi avvenuti in Siria e in Egittoin questi giorni ci ricordano come nel Medio Oriente in fiamme non accennano a diminuire tutti i focolai di tensione. Il solo conflitto siriano, negli ultimi due anni, ha provocato almeno 100.000 vittime (fonte HCR). Il numero degli sfollati interni è valutato a 4.500.000 persone, mentre quello dei rifugiati nei paesi limitrofi (Libano, Giordania, Turchia, Iraq, Egitto) è variamente valutato: in totale circa due milioni sono registrati ufficialmente presso i centri di raccolta dell’HCR, ma moltissimi sono quelli che hanno scelto di non registrarsi. E se il dato ufficiale dei rifugiati siriani registrati in Libano risulta di circa 700.000 a luglio 2013, fonti locali Caritas ipotizzano una cifra ben più alta, intorno ad 1.300.000 presenze.  
«La povertà – ricorda ancora don Francesco Soddu -, l’insufficienza dell’assistenza sanitaria, l’impossibilità di andare a scuola per centinaia di migliaia di bambini e giovani, gli inevitabili traumi psicologici e le violenze (i rifugiati sono in grande maggioranza donne e bambini) dipingono un quadro così drammatico e precario di cui spesso non ci si rende conto. Proprio in questi giorni poi assistiamo a una crescente militarizzazione e all’uso di armi letali, che colpiscono popolazioni civili innocenti». «Interventi massicci e urgenti da parte della solidarietà internazionale sono necessari, ma resta priorità ineludibile quella di deporre le armi», conclude il Direttore di Caritas Italiana.  
E facendo seguito anche ai molteplici appelli di Papa Francesco, Caritas Italiana ha sostenuto fin dai primi momenti della crisi le Caritas della Siria e dei paesi limitrofi. In coordinamento con la rete internazionale Caritas, sono stati messi a disposizione finora 550.000 euro alle Caritas di Siria, Giordania, Libano e Turchia per interventi di assistenza di base (viveri, vestiario, medicine). La sola Caritas Siria, che riesce ancora ad operare in sei regioni del paese, assiste migliaia di sfollati indipendentemente dal loro credo religioso, grazie alla collaborazione di molti volontari e di tutta le strutture della Chiesa attive nel paese.

 

 

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