Web Liturgia: "una regola precisa per le Messe di trigesimo" e "proclamazione del santo Vangelo"

Enzo-Salsano59611Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti  di  Pietro  e Ciro.  Arrivederci a lunedì 7 ottobre.

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Pietro chiede:

Caro don Antonio Oggi sono stato a Monserrato -CA-, parrocchia del Redentore, per la SS. Messa di trigesimo di mio fratello Giovanni. Ogni qualvolta che ho assistito a tali Messe il prete ha sempre pregato per suffragare l’anima del defunto, invece il prete, penso il parroco, ha snocciolato una serie di nomi di defunti morti due, tre anni, e uno anche di 11 anni per un totale di cinque defunti. Una mancanza di rispetto per i familiari (in questo caso di mio fratello).
Mi piacerebbe sapere se esiste una regola precisa per le Messe di trigesimo.

Don Antonio Sorrentino risponde:

Ogni Messa è sempre celebrata a gloria di Dio e a vantaggio di tutti, vivi e defunti, presenti e assenti, anche se si chiede una preghiera particolare (o intenzione) per un defunto o per dei vivi (ad es. gli sposi, una famiglia, i malati, battesimi, ecc.).

Le cosiddette Messe “plurintenzionali” (o “cumulative”) sono consentite solo due volte alla settimana, avvertendone però i fedeli e a condizione che il sacerdote trattenga per sé solo l’offerta diocesana, devolvendo il restante alla diocesi, oppure (col consenso del Vescovo) alla cassa parrocchiale (cfr. CEI, Istruzione in materia amministrativa dell’1-5-1992). Il ricordo di queste persone particolari lo si può fare all’inizio della Messa oppure in una delle intenzioni della Preghiera dei fedeli.


Ciro chiede:

Rev.mo don Antonio, sono un diacono permanente e desidero chiederle dei chiarimenti sulla proclamazione del santo Vangelo. Quando la celebrazione eucaristica è presieduta dal vescovo e si usa l‘Evangeliario, il diacono dopo aver proclamato il Vangelo può baciare la Parola di Dio? Oppure il diacono porta l’Evangeliario al vescovo, in modo che lo baci solo quest‘ultimo? Sarebbe possibile anche la seguente soluzione: l’Evangeliario viene baciato prima dal diacono e poi dal vescovo? Infine se non si usa l’Evangeliario ma solo il Lezionario, dopo la proclamazione del Vangelo il diacono deve portare il Lezionario al vescovo per farlo baciare, anche se il vescovo non benedirà l’assemblea con esso dato che benedice con l’Evangeliario?

Don Antonio Sorrentino risponde:

Fin dal IV secolo c’è sempre stato un libro, particolarmente ornato, contenente i brani del Vangelo destinati alla celebrazione della Messa. Esso viene tuttora portato in processione e deposto sull’altare, a indicare la stretta unione tra la parola e la carne del Verbo. Ed è il solo libro che viene onorato con lumi e incenso, viene segnato con la croce e baciato. Nella Messa presieduta dal Vescovo, il diacono, terminata la proclamazione del Vangelo, porta a baciare l’Evangeliario al Vescovo, come dice il n. 175 dell’OGMR: “Quando il diacono serve il Vescovo, gli porta il libro da baciare o lui stesso lo bacia”. Sembra doversi intendere che bacia il libro il Vescovo oppure il diacono, o l’uno o l’altro.

Nella liturgia è riservato uno speciale onore all’Evangeliario, non semplicemente al Lezionario (anche se in esso, evidentemente sono riportati brani del Vangelo). Perciò anche il Cerimoniale dei Vescovi parla solo di Evangeliario (e non di lezionario) da portare al bacio e alla benedizione del Vescovo (e non del semplice sacerdote).

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