Web Lituriga: inchini, corona d'Avvento, chi benedice? e cosa fare delle immagini sacre inutilizzabili

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti di Domenico, Rosanna e Salvatore.

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Domenico  scrive: Salve. Vorrei porre una domanda per quando riguarda gli inchini da parte dei lettori. Il lettore, quando si reca all’ambone si inchina davanti all’altare o davanti al celebrante?

Don Antonio risponde a  Domenico: Il lettore, recandosi all’ambone per proclamare la parola di Dio, fa inchino all’altare e/o al celebrante se vi passa davanti.

Rosanna scrive: Carissimo don Antonio, La corona di Avvento deve essere necessariamente circolare?
Oppure può essere formata da un tronco di albero dalla forma lineare? Inoltre lei in una risposta ha scritto: Le candele della Corona di Avvento possono essere accese – già all’inizio della celebrazione, a evitare spostamenti e distrazioni. Le chiedo: faremmo un errore se le accendessimo dopo la colletta e prima di ascoltare la prima lettura? La ringrazio di vero cuore.

Don Antonio risponde a  Rosanna: Se quella di Avvento è una “corona”, dovrebbe essere circolare, ma nulla ci impedisce che, volendo dare ai fedeli un segno dell’Avvento, assuma altra forma, più o meno lineare, più o meno orizzontale o verticale. Non ci “formalizziamo”. Ciò che conta è il segno, non tanto la forma. A evitare distrazioni, sembra preferibile accenderne le candele fin dall’inizio della celebrazione.

Salvatore F scrive: Caro don Antonio, quando si recita il Rosario sento spesso una preghiera con la quale si invoca la benedizione della Vergine Maria. Poiché è Dio che ci benedice, sono corrette preghiere del genere?  Il dubbio mi nasce anche dall’orazione dopo la Comunione della Messa del 12 settembre del Ss.mo Nome di Maria: O Signore, fa’ che per intercessione di Maria, Madre di Dio, otteniamo il dono della tua benedizione…  In questa preghiera si invoca la Vergine Maria per essere benedetti non da lei ma da Dio.   Per la stessa ragione sono corrette le preghiere rivolte ai santi per essere da loro benedetti? O si tratta di preghiere devozionali teologicamente non corrette?  In conclusione è solo Dio che può benedire, o possono benedire sia la Vergine Maria e i santi?  Una seconda domanda di tutt’altro genere: le riviste come settimanali o mensili del tipo di quelli inviati da conventi che contengono immagini religiose, di santi e della Vergine Maria possono essere eliminati nella raccolta differenziata oppure vanno bruciati? Grazie sempre per le sue chiarissime risposte.

 Don Antonio SAorrentino risponde a  Salvatore

  1. La fonte è il riferimento di ogni benedizione è Dio, in senso sia discendente che ascendente: Dio ci benedice, cioè ci ricolma dei suoi doni, e noi lo benediciamo, cioè lo lodiamo, lo ringraziamo, imploriamo il suo perdono e il suo aiuto.  La benedizione, come dono dall’Alto e come nostra preghiera affinché Dio ci benedica, può essere formulata da persone che in qualche modo rappresentano Dio e agiscono nel suo nome o godono di un rapporto privilegiato con Lui. Così, Melchisedek, “sacerdote del Dio altissimo”, benedice Abramo (Gen 14,19), Giacobbe benedice i suoi figli (Gen 48,20), Mosè le tribù d’Israele, Davide la sua casa, Salomone il suo popolo, i sacerdoti benedicevano i pellegrini che venivano al tempio (Num 6,22-27), Simeone benedice Maria e Giuseppe che presentavano Gesù al tempio (Lc 2,34), Gesù benediceva i bambini che accorrevano a lui (Mc 10,13) oppure il pane per moltiplicarlo o per l’ultima cena o a Emmaus, gli apostoli prima dell’Ascensione (Lc 24,50). Nella Bibbia il nome di Dio è quasi sempre legato a una benedizione. Gesù stesso invita i suoi discepoli a “benedire coloro che vi maledicono” (Lc 6,28); San Paolo scrive: “Benedite coloro che vi perseguitano” (Rm 12,14); “Insultati, benediciamo” (1 Cor 4,12). Noi invochiamo la benedizione della Vergine (ad es. nella supplica scritta dal beato Bartolo Longo), dei Santi, dei sacri ministri, nel senso che essi, per partecipazione e per mediazione, invocano da Dio la sua benedizione su di noi. Così, anche i genitori possono benedire i figli, pregando per loro e tracciando un segno di croce sulla loro fronte, come è esplicitamente previsto nel “Benedizionale”, che è appunto il libro liturgico delle benedizioni (cfr nn. 256ss).
  2. Il culto delle immagini è relativo, cioè non è legato al materiale su cui sono riprodotte (legno, carta, marmo…), ma alla persona (il Signore, la Vergine, i Santi) ivi rappresentata. Pertanto, se un’immagine si deteriora e non viene più usata, la si può serenamente eliminare.

 

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