Web Lituriga: intenzioni per i vivi e per i defunti; “Pregate, fratelli"; onomastico e Eucarestia;

Don Antonio Sorrentino  risponde oggi ai quesiti  di Ciro e Antonio. 

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Ciro N. chiede a don Antonio Sorrentino

Carissimo don Antonio, recentemente sulla preghiera rivolta ai nostri cari defunti, lei ha scritto: Sperando che siano in paradiso o ancora in purgatorio, si può invocare la loro preghiera di intercessione presso il Signore, perché tra tutti i battezzati c’è un vincolo in Cristo che neppure la morte può spezzare. Le chiedo se è corretto anche usare il verbo immaginare e quindi dire la seguente affermazione: possiamo immaginare che siano in paradiso o ancora in purgatorio. Infine: quando si celebra un funerale, nella preghiera dei fedeli è opportuno pregare per i defunti di tutte le persone presenti? O è bene pregare in particolare per il defunto di cui si celebra il funerale?

Don Sorrentino risponde a Ciro

Il verbo “sperare”, riferito alla sorte eterna dei nostri defunti, pare più appropriato che il semplice “immaginare”. Nella preghiera dei fedeli è doveroso per tutti (vivi e defunti), ma è anche possibile e lecito proporre qualche intenzione per una persona viva o defunta.


Antonio A. chiede a don Antonio Sorrentino

Caro don Antonio, nelle Precisazioni della Conferenza Episcopale Italiana che si trovano nel Messale Romano è scritto che: In piedi dall’orazione sulle offerte … Nell’Ordinamento Generale del Messale Romano al n. 43 invece è scritto: I fedeli stiano in piedi … dall’invito Pregate fratelli prima dell’orazione sulle offerte. Le chiedo: Qual è il motivo di questo cambiamento? Inoltre i fedeli devono alzarsi prima che il sacerdote dica Pregate, fratelli e sorelle, … oppure si mettono in piedi mentre il sacerdote dice quest’ultima frase? Un’ultima domanda: il 6 agosto si celebra la festa della Trasfigurazione del Signore. Le domando: perchè in questo giorno coloro che si chiamano Salvatore festeggiano l’onomastico? Infine è saggio consigliare ai cristiani di cercare di partecipare alla Messa nel giorno del proprio onomastico?

Don Sorrentino risponde ad Antonio

Purtroppo l’assemblea è un po’ pigra nella partecipazione e tende a prolungare i tempi dello stare seduti, per cui, ancora oggi, nonostante la chiarezza della norma (OGRM, n. 43), molti rimangono seduti durante la preghiera sulle offerte. Da sempre, quando il sacerdote prega a nome dell’assemblea, questa vi partecipa stando in piedi. L’OGMR del 2004 esplicitamente prescrive e che i fedeli si alzino all’invito “Pregate, fratelli”. Non è scritto se un attimo prima o subito dopo. Tuttavia sembra opportuno e delicato che appena il sacerdote allarga le braccia per invitare a pregare l’assemblea si alzi, per non coprire le parole con l’inevitabile sottofondo un po’ rumoroso, che accompagna il passaggio da seduti ad alzati.

Per rispetto al nome di Gesù, da noi non lo si impone, ma si ricorre al suo sinonimo “Salvatore” (perché etimologicamente “Gesù” significa “Dio salva”), e si usa festeggiarlo il 6 agosto. Infatti, nella Trasfigurazione il Signore fu presentato dal Padre come nostro maestro e la presenza di Mosè ed Elia accanto a Gesù, che parlavano con  lui della sua futura Pasqua, indica chiaramente che Gesù è il salvatore.

È cosa buona, lodevole e raccomandabile festeggiare l’onomastico non semplicemente con parole e gesti augurali, ma cristianamente, partecipando all’Eucaristia, per lodare il Signore della vita, imitare gli esempi di fedeltà e di amore, che caratterizzano la vita cristiana del santo di cui si porta il nome, e affidarsi alla sua intercessione.

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